Un viaggio tra i castelli e le torri della Valle di Comino

I luoghi nascosti da scoprire nella Valle di Comino

Un viaggio tra i castelli e le torri della Valle di Comino

I luoghi nascosti da scoprire nella Valle di Comino

Un viaggio tra i castelli e le torri della Valle di Comino

I luoghi nascosti da scoprire nella Valle di Comino

Soggiornare nella suggestiva Valle di Comino significa immergersi in un’atmosfera magica, un viaggio nella storia, e in una natura incontaminata, tra castelli e torri medievali che offrono stupendi racconti e panorami, alla scoperta di luoghi nascosti, fuori dai più conosciuti percorsi turistici.

Abitata fin dall’antichità, la Valle di Comino riporta le tracce di avvenimenti che hanno trasformato il territorio, nel bene e nel male, e hanno segnato la storia d’Italia, con protagonisti Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Francesi, Spagnoli, nobili casate locali e la Chiesa, con l’Abbazia di Montecassino, senza dimenticare i famosi briganti e le più tristi vicende della Seconda Guerra Mondiale.

Una terra ricca e contesa, porta e confine naturale tra Lazio, Abruzzo e Molise, dove castelli e torri furono costruiti a difesa e guardia, di cui ancora oggi possiamo ammirare la bellezza e scoprire aneddoti e curiosità: un percorso storico-naturalistico da nord a sud, da Sora e Belmonte Castello, porte ideali di una terra fatta di vedute mozzafiato e dove ad ogni passo si respira un’atmosfera quasi magica tra gli echi del passato e il lento e calmo trascorrere del tempo, secondo i ritmi della natura.

Soggiornare nella suggestiva Valle di Comino significa immergersi in un’atmosfera magica, un viaggio nella storia, e in una natura incontaminata, tra castelli e torri medievali che offrono stupendi racconti e panorami, alla scoperta di luoghi nascosti, fuori dai più conosciuti percorsi turistici.

Abitata fin dall’antichità, la Valle di Comino riporta le tracce di avvenimenti che hanno trasformato il territorio, nel bene e nel male, e hanno segnato la storia d’Italia, con protagonisti Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Francesi, Spagnoli, nobili casate locali e la Chiesa, con l’Abbazia di Montecassino, senza dimenticare i famosi briganti e le più tristi vicende della Seconda Guerra Mondiale.

Una terra ricca e contesa, porta e confine naturale tra Lazio, Abruzzo e Molise, dove castelli e torri furono costruiti a difesa e guardia, di cui ancora oggi possiamo ammirare la bellezza e scoprire aneddoti e curiosità: un percorso storico-naturalistico da nord a sud, da Sora e Belmonte Castello, porte ideali di una terra fatta di vedute mozzafiato e dove ad ogni passo si respira un’atmosfera quasi magica tra gli echi del passato e il lento e calmo trascorrere del tempo, secondo i ritmi della natura.

Castello di San Casto e Cassio (Rocca Sorella) a Sora

Castello di San Casto e Cassio (Rocca Sorella) a Sora

Posto a 500mt di altitudine, a dominare la pianura circostante, il Castello di San Casto e Cassio a Sora ha avuto nei secoli un ruolo di difesa strategica, alle porte della Valle Roveto e d’Abruzzo, passando sotto il dominio di diverse casate e conquistatori che ne hanno modellato la struttura possente e lo hanno reso un baluardo di architettura militare notevole.

Attraverso una splendida passeggiata, che offre una suggestiva vista sulla città, si raggiunge questa roccaforte ancora oggi visitabile e avvolta da un’aura di mistero, con la sua rete di cunicoli sotterranei e la leggenda del fantasma di Ginevra, balia della famiglia dei Della Rovere, che si racconta morta annegata nella cisterna del castello e la cui anima ancora vaga tra le torri della fortezza.

Chi avrà l’ardire di incontrarla?

Castello di Brocco a Broccostella

Castello di Brocco a Broccostella

Meta poco conosciuta e tutta da scoprire, Broccostella nasconde nel suo centro storico, il borgo di Brocco Alto, le tracce di un passato che vede protagonisti papi e imperatori, duchi e briganti. 

Il Castello di Brocco, presidio di difesa e torre di avvistamento, è stato per secoli il fulcro della vita del piccolo paese, oggetto di contesa e teatro di battaglie: oggi, in una passeggiata tra vicoli ormai quasi disabitati, se ne possono ammirare le cinque torri sopravvissute, inglobate nell’architettura del luogo, e alcuni tratti delle antiche mura, che riportano alla mente le parole dell’anonimo che nel 1579 descriveva così la roccaforte, facendone immaginare l’imponenza: 

«…Castelletto murato in cima d’un bellissimo colle: fa veramente circa 75 fuochi, … Ha nel suo piano una bellissima pesca di trotte e di carpioni nel fiume Fibreno…».

La torre Medievale di Campoli Appennino

La torre Medievale di Campoli Appennino

Alta 25 metri, a sovrastare l’orizzonte, posta a guardia dello splendido panorama che sotto di essa si apre, la torre Medievale di Campoli Appennino è la costruzione più antica del paese, risalente addirittura al periodo longobardo.

Come le altre roccaforti della Valle di Comino, anch’essa porta i segni degli avvenimenti che hanno scritto la storia locale, tra tutti lo splendido stemma in bassorilievo rappresentante il leone rampante, simbolo della famiglia Cantelmo. 

Sulle pareti i caratteristici dettagli che ne connotano il ruolo di strumento difensivo, come le feritoie dalle quali un tempo si potevano lanciare dall’interno frecce, olio bollente o pietre, contro eventuali nemici.

Dopo un attento restauro è oggi visitabile in occasioni speciali, come la Fiera del Tartufo di Campoli a novembre, e offre al turista una vista mozzafiato che abbraccia le colline e i monti circostanti in un viaggio inusuale tra storia e natura.

La torre Medievale di Campoli Appennino

Alta 25 metri, a sovrastare l’orizzonte, posta a guardia dello splendido panorama che sotto di essa si apre, la torre Medievale di Campoli Appennino è la costruzione più antica del paese, risalente addirittura al periodo longobardo.

Come le altre roccaforti della Valle di Comino, anch’essa porta i segni degli avvenimenti che hanno scritto la storia locale, tra tutti lo splendido stemma in bassorilievo rappresentante il leone rampante, simbolo della famiglia Cantelmo. 

Sulle pareti i caratteristici dettagli che ne connotano il ruolo di strumento difensivo, come le feritoie dalle quali un tempo si potevano lanciare dall’interno frecce, olio bollente o pietre, contro eventuali nemici.

Dopo un attento restauro è oggi visitabile in occasioni speciali, come la Fiera del Tartufo di Campoli a novembre, e offre al turista una vista mozzafiato che abbraccia le colline e i monti circostanti in un viaggio inusuale tra storia e natura.

Castello di Vicalvi a Vicalvi

Castello di Vicalvi a Vicalvi

Tra i castelli della Valle di Comino, quello di Vicalvi è forse quello che salta subito agli occhi quando si arriva in Valle. Croce rossa sulle mura, aspetto imponente, il suo ergersi come un guardiano attento fa percepire l’importanza strategica che nei secoli ha rivestito, sul colle che segna il confine tra la Valle di Fibreno e la Valle di Comino.

Risalente all’epoca dei Longobardi, come molte altre costruzioni, è probabile che le sue origini siano ancora più lontane, subendo nel tempo modifiche e rafforzamenti, per via della sua posizione abbastanza esposta. Cosa di cui si resero ben conto anche le forze tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale, quando fu trasformato in ospedale da campo, come testimonia la croce rossa ancora oggi ben visibile sulle sue mura.

Visitabile previa prenotazione presso il Comune, il Castello di Vicalvi offre al visitatore non solo un viaggio nella storia ma anche qualche brivido. Si racconta infatti che è possibile sentire o incontrare tra le sue mura lo spettro di un’affascinante cortigiana, una giovane donna, ammaliatrice di schiere di giovani amanti che uccideva durante le assenze del marito: il consorte fedifrago, scoperto il tradimento e il terribile segreto, la condannò così ad un destino atroce, rinchiusa in una delle torri e lasciata a morire, murata viva e in catene.

Castello Cantelmo di Alvito

Castello Cantelmo di Alvito

Situato sulla cima del colle che sovrasta la piana di Alvito, nella frazione denominata appunto Castello, questa fortezza risalente all’XI secolo ben rende l’idea della funzione difensiva rivestita da castelli e torri nella Valle di Comino. 

Il tempo e gli avvenimenti della storia hanno purtroppo distrutto molto dell’impianto originario, di cui restano però visibili le possenti mura strombate, i resti di bastioni e tre torri cilindriche rivolte verso i tre lati della valle, con tracce di antiche merlature su quella di sud-est.

Il suo nome deriva da quello della famiglia Cantelmo che lo ristrutturò e lo eresse a palazzo feudale dopo il terremoto del 1349, rendendolo un capolavoro di architettura militare, ancora oggi visitabile: la passeggiata intorno al castello e nel piccolo borgo che lo circonda, nel dedalo di vicoletti e stradine acciottolate, è un tuffo in un’epoca di duchi e cavalieri, affacciati ad una terrazza che profuma di natura e di storia.

La torre medievale di San Donato Valcomino

La torre medievale di San Donato Valcomino

Posta fuori dal centro abitato di San Donato Valcomino, borgo che vanta la Bandiera Arancione,  la torre Medievale è da secoli il simbolo del piccolo borgo. Passeggiando dal centro verso la parte più alta del paese, tra stradine acciottolate si arriva a questo baluardo difensivo, posto su uno sperone roccioso e privo di porte di accesso, che con i suoi 12 metri di altezza si staglia sul panorama. 

Costruita agli inizi del 1200 dai Conti d’Aquino, era stata posta a guardia del Passo di Forca d’Acero e del “castrum” in una posizione strategica, orientata secondo le declinazioni del Sole e, come una bussola, indicando  i quattro punti cardinali e la direzione dell’Abbazia di Montecassino.

Tra le tante storie che aleggiano intorno ad essa, la più ricorrente è quella di un cunicolo sotterraneo che si racconta la collegasse alla cripta del Santuario di San Donato, non molto distante, alla cui guardia era posto un temibile drago. Una combinazione di sacro e profano, di leggenda e storia, che affascina e incuriosisce il visitatore davanti allo splendido panorama che gli si presenta.

La torre medievale di San Donato Valcomino

Posta fuori dal centro abitato di San Donato Valcomino, borgo che vanta la Bandiera Arancione,  la torre Medievale è da secoli il simbolo del piccolo borgo. Passeggiando dal centro verso la parte più alta del paese, tra stradine acciottolate si arriva a questo baluardo difensivo, posto su uno sperone roccioso e privo di porte di accesso, che con i suoi 12 metri di altezza si staglia sul panorama. 

Costruita agli inizi del 1200 dai Conti d’Aquino, era stata posta a guardia del Passo di Forca d’Acero e del “castrum” in una posizione strategica, orientata secondo le declinazioni del Sole e, come una bussola, indicando  i quattro punti cardinali e la direzione dell’Abbazia di Montecassino.

Tra le tante storie che aleggiano intorno ad essa, la più ricorrente è quella di un cunicolo sotterraneo che si racconta la collegasse alla cripta del Santuario di San Donato, non molto distante, alla cui guardia era posto un temibile drago. Una combinazione di sacro e profano, di leggenda e storia, che affascina e incuriosisce il visitatore davanti allo splendido panorama che gli si presenta.

La torre medievale di Settefrati

Crocevia di uno dei più famosi pellegrinaggi del basso Lazio, che ogni anno porta migliaia di visitatori da tutto il mondo presso il Santuario della Madonna di Canneto, Settefrati custodisce nel suo centro storico i resti di una torre dalla curiosa forma tronco-piramidale, unica testimonianza rimasta del castello di cui era parte e del quale diversi documenti custoditi nell’Abbazia di Montecassino riportano traccia.

Dopo un lungo e accurato restauro, che ha portato alla luce tante curiosità sul suo uso e sul mitico cunicolo che collegava il corpo centrale del Castello con la torre del Collatorre, la torre medievale, oggi mozza, spicca in tutta la sua bellezza, insieme ai resti delle mura di cinta che ancora avvolgono l’antico borgo. 

La sua sommità offre un panorama mozzafiato sulla Valle di Comino e il suo interno racconta la storia di un’epoca lontana, di sopravvivenza, ma anche di ingegno e artigianalità, delle cose fatte un tempo e destinate a durare.

Il Castello di Picinisco a Picinisco

Eretto sulla cima di una collina nell’XI secolo dai Conti dei Marsi, nel pieno centro dell’antico borgo di Picinisco, il Castello, oggi proprietà privata, rappresenta l’anima del paese. 

La possente struttura a pianta rettangolare, con mura merlate di cinta, torri angolari e un grande torrione rotondo segnala la sua funzione di baluardo difensivo, un tutt’uno con il borgo a cui si accedeva dalle 5 porte:

  • Porta della Prece
  • Porta Saracena
  • Porta Codarda
  • Porta Rione
  • Porta della Piazza

Tipica costruzione di impianto medievale, come gli altri castelli della Valle di Comino seguì le alterne vicende dei signori e domini che si susseguirono nei secoli, presenza immobile e altera, come un guardiano maestoso il cui sguardo abbraccia il suggestivo panorama della Valle di Comino, nel mezzo della natura incontaminata del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Il Castello di Picinisco a Picinisco

Eretto sulla cima di una collina nell’XI secolo dai Conti dei Marsi, nel pieno centro dell’antico borgo di Picinisco, il Castello, oggi proprietà privata, rappresenta l’anima del paese. 

La possente struttura a pianta rettangolare, con mura merlate di cinta, torri angolari e un grande torrione rotondo segnala la sua funzione di baluardo difensivo, un tutt’uno con il borgo a cui si accedeva dalle 5 porte:

  • Porta della Prece
  • Porta Saracena
  • Porta Codarda
  • Porta Rione
  • Porta della Piazza

Tipica costruzione di impianto medievale, come gli altri castelli della Valle di Comino seguì le alterne vicende dei signori e domini che si susseguirono nei secoli, presenza immobile e altera, come un guardiano maestoso il cui sguardo abbraccia il suggestivo panorama della Valle di Comino, nel mezzo della natura incontaminata del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Palazzo Ducale Cantelmo di Atina

Atina, città di Saturno, nasconde nel suo centro storico, annoverato tra i borghi più belli d’Italia, il magnifico Palazzo Ducale, costruito su ciò che in origine era la rocca voluta dalla famiglia dei Conti D’Aquino a difesa della città.

700 anni portati davvero bene per un edificio annoverato tra le Dimore Storiche del Lazio che ha attraversato guerre di confine e terremoti, arrivando fino ad oggi e potendo mostrare, dopo un attento restauro, tutta la bellezza del suo stile gotico, con l’imponente facciata su cui si staglia il grande portone a sesto acuto in blocchi di pietra, sormontato da un bassorilievo proveniente da un monumento funerario del primo periodo romano imperiale.

Quest’antica dimora nobiliare, oggi sede del Municipio e adibita a sala conferenze, convegni e mostre, offre al suo visitatore un viaggio nel tempo, in epoche passate, con ambienti rimasti quasi intatti, come la cappella dedicata a Sant’Onofrio nella quale si conservano pregevoli decorazioni pittoriche parietali del XIV secolo raffiguranti la Madonna col Bambino e San Giovanni Battista, Cristo in gloria e i Santi Onofrio, Giovanni Evangelista e Michele Arcangelo, o il salone di rappresentanza, dove maestoso campeggia l’imponente mosaico romano a tessere bianche e nere rinvenuto in Via Virilassi nel 1946.

Palazzo Ducale Cantelmo di Atina

Atina, città di Saturno, nasconde nel suo centro storico, annoverato tra i borghi più belli d’Italia, il magnifico Palazzo Ducale, costruito su ciò che in origine era la rocca voluta dalla famiglia dei Conti D’Aquino a difesa della città.

700 anni portati davvero bene per un edificio annoverato tra le Dimore Storiche del Lazio che ha attraversato guerre di confine e terremoti, arrivando fino ad oggi e potendo mostrare, dopo un attento restauro, tutta la bellezza del suo stile gotico, con l’imponente facciata su cui si staglia il grande portone a sesto acuto in blocchi di pietra, sormontato da un bassorilievo proveniente da un monumento funerario del primo periodo romano imperiale.

Quest’antica dimora nobiliare, oggi sede del Municipio e adibita a sala conferenze, convegni e mostre, offre al suo visitatore un viaggio nel tempo, in epoche passate, con ambienti rimasti quasi intatti, come la cappella dedicata a Sant’Onofrio nella quale si conservano pregevoli decorazioni pittoriche parietali del XIV secolo raffiguranti la Madonna col Bambino e San Giovanni Battista, Cristo in gloria e i Santi Onofrio, Giovanni Evangelista e Michele Arcangelo, o il salone di rappresentanza, dove maestoso campeggia l’imponente mosaico romano a tessere bianche e nere rinvenuto in Via Virilassi nel 1946.

La torre di Belmonte Castello

Unico elemento sopravvissuto, dopo la devastazione della Seconda Guerra Mondiale, la torre quadrata di Belmonte Castello ci racconta una storia di confine, di strumento di guardia alle porte della Valle di Comino.

Il castello ormai scomparso si ergeva al centro del piccolo borgo, sulla sommità più alta dello sperone di roccia su cui sorge l’abitato e dove ancora oggi tra le abitazioni spicca la sua torre: visibili sono i resti delle mura di cinta originale e le porte che ne segnavano l’entrata, di cui restano a testimonianza le due maestose colonne in pietra dell’ingresso.

Una storia legata alle vicende della confinante Atina, di cui per secoli Belmonte Castello fu “casale” fino ad arrivare alla triste distruzione avvenuta durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la posizione strategica del borgo lo fece diventare facile bersaglio e punto cruciale nella lotta tra Alleati e forze tedesche, cosa che vide cadere sotto i bombardamenti proprio il castello e grand parte degli edifici.

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