La Valle di Comino e dintorni visti dagli occhi di una cinepresa: torri, castelli medievali, chiese, santuari, antichi vicoli caratteristici e paesaggi mozzafiato sono solo alcuni degli elementi che hanno reso questo scrigno verde situato nella Provincia di Frosinone, terra natia di registi e/attori importanti del panorama cinematografico italiano, lo sfondo ideale per film e documentari.
Chi vi è nato, e non solo, vi è tornato guardando questi luoghi dietro una cinepresa, ispirazione per storie moderne e d’altri tempi.
Sapevi che Sora è la città natale del grandissimo Vittorio De Sica (Sora, 1901)?
E senza nulla togliere ad altri luoghi della Ciociaria, che vanta comunque “figli” illustri come gli attori e registi italiani Nino Manfredi (Castro dei Volsci, 1921) e Marcello Mastroianni (Fontana Liri, 1924), oltre al grande capolavoro di De Sica, La Ciociara, anche altri borghi e angoli meravigliosi della Valle di Comino sono stati il set di alcuni film recenti e meno recenti.
Scopriamone alcuni!
Una colorata e intramontabile commedia d’amore d’altri tempi e primo episodio della tetralogia Pane, amore e…, con protagonisti Vittorio De Sica e una splendida Gina Lollobrigida.
Alcune delle scene in esterna furono girate nel Bosco di Forca D’Acero, a San Donato Val di Comino, in un’Italia ancora in bianco e nero e in ripresa dalle ferite della guerra finita pochi anni prima.
Prova a riconoscere qualcuna delle ambientazioni guardando il film sul portale Rai Cultura!
Una colorata e intramontabile commedia d’amore d’altri tempi e primo episodio della tetralogia Pane, amore e…, con protagonisti Vittorio De Sica e una splendida Gina Lollobrigida.
Alcune delle scene in esterna furono girate nel Bosco di Forca D’Acero, a San Donato Val di Comino, in un’Italia ancora in bianco e nero e in ripresa dalle ferite della guerra finita pochi anni prima.
Prova a riconoscere qualcuna delle ambientazioni guardando il film sul portale Rai Cultura!
Girato nei comuni di Settefrati e Posta Fibreno, il film immortala il centro storico del piccolo borgo arroccato sulla montagna e la strada che porta al Santuario della Madonna di Canneto, oltre al mulino presso il lago di Posta Fibreno. Una commedia all’italiana con Lando Buzzanca nelle vesti del piccolo truffatore/santone che funge da mago-intermediario con San Pasquale Baylonne, ingannando e approfittando della buona fede di donne in cerca di rimedi d’amore.
Uno spaccato sui cliché dell’Italia rurale del secolo scorso, tra dialetto simil-ciociaro, casette diroccate, credenze e superstizioni, un po’ vere, un po’ inventate, a cui la Valle di Comino fa da sfondo con i suoi meravigliosi paesaggi.
Girato nei comuni di Settefrati e Posta Fibreno, il film immortala il centro storico del piccolo borgo arroccato sulla montagna e la strada che porta al Santuario della Madonna di Canneto, oltre al mulino presso il lago di Posta Fibreno. Una commedia all’italiana con Lando Buzzanca nelle vesti del piccolo truffatore/santone che funge da mago-intermediario con San Pasquale Baylonne, ingannando e approfittando della buona fede di donne in cerca di rimedi d’amore.
Uno spaccato sui cliché dell’Italia rurale del secolo scorso, tra dialetto simil-ciociaro, casette diroccate, credenze e superstizioni, un po’ vere, un po’ inventate, a cui la Valle di Comino fa da sfondo con i suoi meravigliosi paesaggi.
Una produzione italo-francese a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, trasposizione della ben più famosa “Carmen” di Bizet: il regista scelse la Valle di Comino per gli esterni del film e, sulla pellicola in bianco e nero, si possono scorgere Cappelletta e via Mevati nel centro storico di San Donato Val di Comino, la strada verso il Valico di Forca d’Acero e il sentiero lungo la via Marsicana che conduce in Abruzzo, sempre nel territorio di San Donato Val di Comino. Un film d’altri tempi, con le bellissime musiche di Bizet e una trama intrigante, di cui è possibile vedere alcuni frame anche presso il Museo del 900 e della Shoah di San Donato Val di Comino.
Forse non uno dei film più conosciuti di Raul Bova, ma sicuramente uno di quelli che ha meglio immortalato le bellezze paesaggistiche e storiche della Valle di Comino. Casalvieri, Settefrati e il Santuario di Canneto sono stati infatti scelti come set del film, che ha per protagonista Raoul Bova nei panni di di Fabrizio, un professore di matematica affetto dalla sindrome di Asperger che casualmente incontra Caterina, una clochard emarginata. Il film è stato riconosciuto come d’interesse culturale nazionale dalla Direzione generale Cinema e audiovisivo e del Ministero per i beni culturali e le attività culturali e per il turismo italiano ed è disponibile per la visione su RaiPlay.
Tratto dall’omonimo romanzo buffo di Luigi Malerba, Il Pataffio è il film più recente girato in Valle di Comino: una commedia storica in costume che vede il castello di Vicalvi come una delle ambientazioni principali, sfondo ideale per una pellicola che ci catapulta nel Medioevo e che, da una parte, strizza l’occhio alle commedie d’arme e d’amori del passato e, dall’altra, all’Armata Brancaleone, con un cast di tutto rispetto, da Alessandro Gassman, Valerio Mastandrea e Giorgio Tirabassi come co-protagonisti, a Lino Musella nei panni dell’improvvisato nobiluomo Marconte Berlocchio.
Fra risate grasse e anche amare, senza pretese di fedeltà storiche, si può immaginare l’antica fortezza com’era un tempo e come forse fosse davvero vissuta 600 anni or sono. Il film, presentato al Locarno Film Festival 2022, si è aggiudicato il David di Donatello 2023 per la Miglior colonna sonora, composta da Stefano Bollani.
Tratto dall’omonimo romanzo buffo di Luigi Malerba, Il Pataffio è il film più recente girato in Valle di Comino: una commedia storica in costume che vede il castello di Vicalvi come una delle ambientazioni principali, sfondo ideale per una pellicola che ci catapulta nel Medioevo e che, da una parte, strizza l’occhio alle commedie d’arme e d’amori del passato e, dall’altra, all’Armata Brancaleone, con un cast di tutto rispetto, da Alessandro Gassman, Valerio Mastandrea e Giorgio Tirabassi come co-protagonisti, a Lino Musella nei panni dell’improvvisato nobiluomo Marconte Berlocchio.
Fra risate grasse e anche amare, senza pretese di fedeltà storiche, si può immaginare l’antica fortezza com’era un tempo e come forse fosse davvero vissuta 600 anni or sono. Il film, presentato al Locarno Film Festival 2022, si è aggiudicato il David di Donatello 2023 per la Miglior colonna sonora, composta da Stefano Bollani.
Lo avresti mai immaginato, la Valle di Comino set cinematografico? Questo piccolo e ancora poco conosciuto gioiello nel cuore d’Italia non aspetta altro che farti scoprire le proprie bellezze naturalistiche, i paesaggi mozzafiato, le sue storie e tradizioni, che riecheggiano ancora oggi, quasi tangibili, tra i vicoli dei suoi incantevoli borghi. Preziose testimonianze storiche e architettoniche che hanno suscitato l’interesse di registi e attori e una valle vista dagli occhi di una cinepresa, per coglierne dettagli e l’essenza della sua bellezza.
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